Rezension über:

Christian Brockmann / Wolfram Brunschön / Oliver Overwien (Hgg.): Antike Medizin im Schnittpunkt von Geistes- und Naturwissenschaften. Internationale Fachtagung aus Anlass des 100-jährigen Bestehens des Akademienvorhabens "Corpus Medicorum Graecorum / Latinorum" (= Beiträge zur Altertumskunde; Bd. 255), Berlin: De Gruyter 2009, 291 S., ISBN 978-3-11-020121-5, EUR 78,00
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Rezension von:
Vito Lorusso
Institut für Griechische und Lateinische Philologie, Universität Hamburg
Redaktionelle Betreuung:
Mischa Meier
Empfohlene Zitierweise:
Vito Lorusso: Rezension von: Christian Brockmann / Wolfram Brunschön / Oliver Overwien (Hgg.): Antike Medizin im Schnittpunkt von Geistes- und Naturwissenschaften. Internationale Fachtagung aus Anlass des 100-jährigen Bestehens des Akademienvorhabens "Corpus Medicorum Graecorum / Latinorum", Berlin: De Gruyter 2009, in: sehepunkte 10 (2010), Nr. 1 [15.01.2010], URL: https://www.sehepunkte.de
/2010/01/17005.html


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Christian Brockmann / Wolfram Brunschön / Oliver Overwien (Hgg.): Antike Medizin im Schnittpunkt von Geistes- und Naturwissenschaften

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L'interesse vivo alla filologia dei testi medici è attestato dal gran numero di iniziative negli ultimi trent'anni: convegni internazionali, studi sulla tradizione manoscritta, edizioni critiche di testi noti o finora sconosciuti con traduzioni in lingue moderne, lessici, concordanze, ricerche storico-antiquarie, repertori bibliografici, riviste specialistiche. È in questo contesto che si inserisce l'ormai rinnovata attività editoriale del Corpus Medicorum Graecorum (nel seguito CMG), presso la Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften.

Istituito già agli inizi del XIX secolo per iniziativa di Hermann Diels e con il sostegno delle allora Accademie delle Scienze di Prussia, Danimarca e Sassonia (http://cmg.bbaw.de/Geschichte.html), il CMG ha compiuto i suoi primi cento anni nel 2007. L'importante ricorrenza fu degnamente celebrata con una Tagung internazionale dal 7 al 9 giugno di quell'anno nel Leibnizsaal della Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften. Il volume in esame raccoglie ora gli atti di quelle giornate ed è dedicato a Carl Werner Müller, Projektleiter del CMG dal 1992 al 2007. Dopo il Vorwort dei tre editori (IX-X), si susseguono alle pagine 1-279 i quattordici contributi (in tedesco, francese, italiano, inglese), il Literaturverzeichnis (281-286) e il Verzeichnis der Autoren und Personen (287-291).

Che le attuali piste di ricerca della filologia dei testi medici greci e latini ne incrocino spesso altre, rendendo sempre più questo settore un luogo di confronto e scambio tra diverse discipline, è ampiamente testimoniato dai contributi stessi del volume, alcuni dei quali infatti mettono in relazione le fonti scritte antiche con l'archeologia, la biologia, la storia della medicina di ieri e di oggi. Spiccatamente di questo tipo sono i lavori di G. Stock, Fertilitätskontrolle im Spannungsfeld von Ethik, Medizin und Technologie (1-17; idee di Ippocrate ed Aristotele su procreazione e capacità di concepimento a confronto con le moderne pratiche di controllo della fertilità); Ch. Brockmann, Gesundheitsforschung bei Galen (141-154; illustrazione delle teorie esposte da Galeno nel De sanitate tuenda); K.-M. Heidecker, Schädeltrepanationen in der Antike (259-279; testimonianze scritte sulla trapanazione del cranio nell'antichità a confronto con la superstite documentazione archeologica).

Alle fasi di preparazione del Catalogo del Diels (1905-07) - tuttora strumento di straordinario pregio nonostante le necessarie rettifiche e integrazioni da apportarvi ogni volta che se ne riesaminino i dati -, è dedicato il contributo di J. Kollesch, Gut Ding will Weile haben. Zur Vorgeschichte des Corpus der antiken Ärzte, 19-29. I viaggi di Hermann Schöne in Italia e a Parigi; quelli in Inghilterra di Karl Kalbfleisch, Walter Scott e Montague R. James; quello di Max Wellmann in Spagna (compiuti tutti tra il 1901 ed il 1904 alla ricerca di informazioni sui codici conservati nelle biblioteche di quei paesi per il redigendo catalogo dei manoscritti medici), diedero inizio in modo fattivo all'avventura editoriale del CMG.

I rapporti tra medicina e filosofia naturale che furono piuttosto stretti per tutta l'antichità e non solo come si potrebbe immaginare, ai tempi dei medici ippocratici, sono indagati nei contributi di W. Burkert, Die Entdeckung der Nerven. Anatomische Evidenz und Widerstand der Philosophie, 31-44; R. M. Rosen, Socratism in Galen's psychological works, 155-171; K. Sier, Weiblich und Männlich. Ihre Funktion bei der Zeugung nach Aristoteles und Platon, 191-211; Ph. van der Eijk/S. Francis, Aristoteles, Aristotelismus und antike Medizin, 213-233. In considerazione dei limiti di spazio della recensione, segnalo tra questi contributi il solo lavoro di Rosen, il quale propone di cogliere in Galeno la presenza di una filosofia socratica in senso proprio: attraverso cioè il riuso di ipotesti platonici Galeno vorrebbe risalire al socratismo scientifico. Tuttavia, è possibile che il Pergameno usi il testo platonico in senso letterario, con il solo intento di assimilare la propria posizione a quella di Platone che è senz'altro il filosofo al quale egli più si ispira, o fa mostra di ispirarsi (è questa, per esempio, la tesi sostenuta da Tommaso Raiola, 133-150, nella sua dissertazione di dottorato "Galeno tra autobiografia ed autorappresentazione", discussa presso l'Università di Salerno nel marzo 2009).

Nei contributi di stretto ambito filologico-testuale si nota un innovativo approccio al testo. Per esempio, V. Boudon-Millot, Anecdote et antidote: fonction du récit anecdotique dans le discours galénique sur la thériaque, 45-61, evidenzia il ricorso da parte di Galeno all'aneddotica a fini letterari contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare da un trattato scientifico, improntato per definizione a razionalità, rigore, chiarezza.

D. Nickel, Pseudepigraphisches zur Anatomie bei Rufus von Ephesos, 63-74, prende in esame i due trattati anatomici, tràditi sotto il nome di Rufo di Efeso, ma in realtà di attribuzione tutt'altro che certa, Περὶ ἀνατομῆς τῶν τοῦ ἀνθρώπου μορίων e Περὶ ὀστῶν, per ricondurli ad un'unica e medesima opera.

L. Perilli, Scrivere la medicina. La registrazione dei miracoli di Asclepio e le opere di Ippocrate, 75-120, interpreta le peculiarità strutturali di molti scritti medici del V sec. a.C. alla luce sia delle modalità stesse della scrittura della medicina sia delle caratteristiche dei luoghi dove questa veniva praticata e i materiali scritti venivano conservati.

Agli apporti delle traduzioni nelle lingue orientali degli scritti di medicina greca sono dedicati i lavori di O. Overwien, Die parallelen Texte in den hippokratischen Schriften De humoribus und Aphorismen, 121-139 e di W. Brunschön, Gleichheit der Geschlechter? Aspekte der Zweisamentheorie im Corpus Hippocraticum und ihrer Rezeption, 173-190.

J. Jouanna, Bile noire et mélancolie chez Galien: le traité Sur la bile noire est-il authentique?, 235-257, affronta il tema dell'autenticità dello scritto galenico De atra bile, edito per il CMG da Wilko de Boer nel 1937. La teoria della bile nera come composto delle qualità caldo e secco, qual è esposta in questo trattato, risulta infatti in netto contrasto con quella che lo stesso Galeno espone nel De naturalibus facultatibus. Qui appunto la bile nera è il prodotto delle qualità freddo e secco. Tuttavia, le nuove acquisizioni galeniane fornite dalla recente scoperta del codice Vlatadon 14, consentono a Jouanna di escludere categoricamente l'ipotesi di una diversità di autori per gli scritti De atra bile e De naturalibus facultatibus come spiegazione di tale contraddizione. Essa al contrario si può sanare ritenendo che nel secondo dei due trattati l'approccio di Galeno sia di tipo puramente logico, mentre nel primo si fondi sulla propria esperienza medica.

In conclusione, il presente volume si segnala e per l'originalità nei risultati di ciascuno dei lavori in esso raccolti e per la cura nella veste editoriale.

Vito Lorusso